Alain Rustenholz è uno storico ed autore di una quindicina di titoli, di cui la metà consacrate a Parigi… Poiché una città senza voce è una città senza vita, Alain Rustenholz si pone come obiettivo, nei suoi libri cosi come in questo percorso, di far parlare le pietre, di dare voce a chi non ce l’ha o a chi l’ha perduta. Egli, in poche parole, e seguendo il modello di Michelet, concepisce la storia come una resurrezione.
Alain consacra alla capitale il sito internet: “les Paris d’Alain Rustenholz”. Sulla carta stampata è autore delle seguenti ricerche: “Paris des pas perdus, Parisienne(s)”, “Paris ouvrier”, “Paris des avant-gardes”, “Paris la ville rêvée de Voltaire”, “Traversées de Paris”; tutti presso Parigramme.
Il punto di riferimento ortonormale della Rivoluzione francese
“La Rivoluzione ha per monumento … il vuoto. Il Champ de Mars, questa sabbia [all’epoca in cui scrisse Michelet, era un ippodromo], piatta come l’Arabia… questo è l’unico monumento che ci ha lasciato”. È così che il professore del Collège de France introduce il primo volume della sua Storia della Rivoluzione nel 1847. Quarant’anni dopo, su questo vuoto, comincia a sorgerne un altro: un pilone come tutti gli altri vuoti e traforati, e come loro senza qualsiasi intenzione figurativa, ma priva di ogni utilità, ma astratta, puro intreccio di linee e, tuttavia, nella sua costruzione, “il monumento più alto del globo”, l’unico moderno, l’unico contemporaneo, in una parola: rivoluzionario! Accompagnati da questa audioguida multimediale attraverseremo il punto di riferimento ortonormale della Rivoluzione: in ascissa, sul Champ de Mars, la rivoluzione capitale del 1789; sull’asse y, montando la Torre Eiffel, la rivoluzione industriale, tecnica, scientifica, la sua degna erede cento anni dopo.